La maggioranza che sostiene il governo Meloni ha bocciato in commissione Bilancio al Senato l'emendamento alla manovra presentato dalle opposizioni. Con questa decisione, Opzione donna, la misura che permetteva alle lavoratrici di anticipare la pensione, scompare definitivamente.
In dichiarazioni all'AGI, la deputata del M5s Daniela Morfino ha accusato il governo di abbandonare migliaia di lavoratrici e di tradire le promesse elettorali. Morfino ha denunciato all'AGI quella che definisce una «colossale presa in giro». In campagna elettorale, la destra aveva promesso di rendere strutturale la misura. Invece le donne hanno visto Opzione donna prima peggiorare, ora scomparire del tutto.
L'accusa a Meloni
La critica più dura riguarda la presidente del Consiglio. «[...] Quando sedeva all'opposizione si ergeva a paladina delle lavoratrici, ora le abbandona al proprio destino senza metterci la faccia. Altro che patriota», ha dichiarato Morfino all'AGI.
Il M5s ha sottolineato come Meloni, quando era all'opposizione, si presentava come campionessa dei diritti delle lavoratrici.
Altre modifiche alle pensioni
La commissione Bilancio ha approvato un maxi-emendamento del governo che modifica il sistema pensionistico.
Il governo ha disposto lo stop all'anticipo dell'uscita dal lavoro tramite cumulo con i fondi complementari, una misura che il governo stesso ha introdotto l'anno scorso.
Il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti ha commentato alla stampa: «Quella è una cosa introdotta l'anno scorso, dal nostro governo, che pare non interessasse a nessuno. A me dispiace ma evidentemente non è stata ritenuta strategica».
La manovra cancella anche Quota 103, il sistema di pensionamento anticipato, e aumenta progressivamente l'età pensionabile dal 2027.
Il governo prevede tagli per i lavoratori precoci che vanno in pensione anticipata: 140 milioni di euro nel 2033, 190 milioni annui dal 2034.
Caos sul condono
La riproposizione di un emendamento per riaprire i termini del condono del 2003 blocca i lavori della commissione. Le opposizioni hanno reagito con forza, minacciando ostruzionismo.
Il capogruppo M5s al Senato Stefano Patuanelli ha avvertito alla stampa: «È inaccettabile, è un tema che non si può inserire in legge di bilancio il 20 dicembre alle 17.16, le conseguenze sono che se questa cosa non viene tolta dal tavolo restiamo qui stiamo qui giorno e notte».
Il senatore Pd Antonio Nicita ha posto un ultimatum alla stampa: «o si ritira, o cambiano gli esiti della legge di bilancio». La capogruppo di IV Raffaella Paita ha dichiarato alla stampa: «È una forzatura inaccettabile». Tino Magni di Avs ha chiesto perentoriamente alla stampa: «O lo tolgono o lo tolgono».
Nota: Questo articolo è stato creato con l'Intelligenza Artificiale (IA).

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